PARIGI (FRANCIA) - Sul “Philippe Chatrier”, il “suo” campo preferito, è andato in scena un emozionante omaggio per il “Re del rosso”, ovvero Rafa Nadal, che sulla terra battuta di Parigi ha vinto in carriera ben 14 titoli del Grande Slam, con un record di 112 vittorie e 4 sconfitte dal 2005 al 2024 nel Roland Garros.

A celebrare lo spagnolo, fra gli altri, tutti i componenti dello storico quartetto ribattezzo “big four”: commossi e in prima fila quindi Novak Djokovic, Roger Federer ed Andy Murray. Sugli spalti invece tanti ex tennisti e giocatori ancora in attività: fra questi i connazionali del campione maiorchino Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero.

Sul campo centrale della capitale francese scoperta una targa in ricordo delle gesta di Nadal, in lacrime, con stampato sopra il numero 14, ovvero il numero dei “suoi” Roland Garros.

“Ringrazio tutto lo staff del Roland Garros per avermi permesso di essere qui, sul campo più importante della mia carriera. È stato incredibile, nel 2005 ho giocato qui per la prima volta. Sin dal primo momento ho capito cosa avrebbe rappresentato per me questo torneo. Ho avuto rivali incredibili, che hanno portato il mio fisico e la mia mente ai limiti ma anche a migliorare giorno dopo giorno. Il Roland Garros è unico. Ringrazio tutti i miei amici, i miei allenatori, mia moglie, le mie nonne e tutte le persone che mi sono state vicine. Ringrazio Toni (Nadal ndr.), che è stato il miglior allenatore che io abbia mai avuto. Il pubblico mi ha fatto sentire come un francese in più”. Questo il discorso di Nadal tra gli scroscianti applausi del pubblico dello “Chatrier”.

Bella la maglia indossata da Alcaraz e dal suo team, tinta tutta di rosso con scritto “Merci Rafa”. Presenti sugli spalti anche Jo-Wilfried Tsonga (ex numero 5 Atp) e Lucas Pouille (ex numero 10 del mondo), oltre ai familiari dello spagnolo.

“Siamo stati grandissimi colleghi e tra di noi non è mai venuto a mancare il rispetto. Per me significa molto avervi tutti qui presenti. Sul campo mi avete fatto vivere momenti difficili, ma mi sono goduto il fatto di essermi spinto al limite con voi. Alla fine il tennis è solo un gioco e non dobbiamo dimenticarcelo”, le parole dello spagnolo rivolte ai tre storici rivali Djokovic, Federer e Murray.